Juve Inter 2-4: ai nerazzurri l’ottava Coppa Italia con due perle di Barella e Perisic, in mezzo due rigori discussi

All’Olimpico di Roma, dopo 120 minuti di fuoco, finisce in apoteosi per l’Inter di Simone Inzaghi: i nerazzurri chiudono definitivamente un cerchio durato dieci anni, quello del dominio italiano della Juventus guidata da Massimiliano Allegri. Per Inzaghi si tratta del secondo trofeo ottenuto in neroazzurro nell’arco degli ultimi quattro mesi, dopo aver alzato al cielo (sempre contro i rivali bianconeri) la Supercoppa Italiana. La 75esima edizione della Coppa Italia vede così arricchirsi la bacheca interista con l’ottava vittoria in finale della sua storia.

Ottovolante all’Olimpico

Gara aperta subito da un destro impossibile di Barella, che nel giro di appena sei minuti si inventa un gol strepitoso: immobile Perin, mentre la sfera si insacca all’angolino. L’Inter esordisce così in una gara che (solo in apparenza) viene indirizzata sul binario giusto per Simone Inzaghi, ma la verità è un’altra.

La squadra si sgretola in fretta, dopo dieci minuti di calcio estetico e azioni ficcanti. Il gol subito, come di consueto in queste gare, rappresenta la scintilla che accende i motori di una Juventus contratta fino a quel momento. Vlahovic impegna seriamente Handanovic al 23′, che mette in angolo con un colpo di reni notevole. Sei minuti più tardi il portiere sloveno manda ancora sopra la traversa il colpo di testa insidioso di De Ligt e si rintana in corner.

Prima di rientrare negli spogliatoi Allegri inserisce già Alvaro Morata nella mischia al posto di Danilo, quando il parziale è ancora di 1-0 per l’Inter. L’ingresso dello spagnolo cambia la partita, con l’attaccante che ha più voglia e benzina in corpo di molti suoi compagni.

Incubo Vlahovic

Pronti via, in avvio di ripresa la Juve rifila due sberle non da poco agli avversari. I presagi si erano visti in coda alla prima frazione, ma dal 49′ al 52′ è notte fonda per i meneghini che subiscono una rimonta bruciante.

Non irresistibile Handanovic sul tiro al limite di Alex Sandro – probabilmente deviato da Morata – così come sulla conclusione di Vlahovic che vale il 2-1. Il filtrante di Dybala è un’autentica caramella che l’attaccante serbo deve solo scartare in contropiede: l’estremo difensore respinge ma non può nulla sulla ribattuta, mentre D’Ambrosio viene messo a sedere con una finta.

La Juve prende le redini della partita, mentre il settore bianconero dell’Olimpico esplode di gioia. Molti i grattacapi per Inzaghi: malissimo Dzeko e Lautaro, dentro allora El Tucu Correa per il bosniaco, mentre Perin respinge il tiro velenoso di Darmian al 54′. Dentro anche Dimarco e Dumfries per un’Inter più offensiva ma che fatica molto di più rispetto agli avversari.

Gli occhi su Valeri e VAR

Alla ricerca di maggiore equilibrio, Allegri inserisce Bonucci e Locatelli al posto di Zakaria e un ottimo Bernardeschi. L’Inter è senza idee, incapace di trovare varchi, ma tutto cambia a un quarto d’ora circa dalla fine: cross di Dumfries, testa di Perisic in mezzo per Lautaro e Valeri fischia il calcio di rigore – poi confermato a seguito del check -.

Una somma di falli influiscono nella decisione presa dal fischietto di gara: in principio dell’azione una ginocchiata di De Ligt sull’argentino, che accentua platealmente nel momento in cui il suo tacco “aggancia” la gamba di Bonucci alle sue spalle. Dagli undici metri Calhanoglu è freddo e mira sotto la traversa, trasformando in maniera impeccabile.

SUPPLEMENTARI- Il 2-2 consente all’Inter di rientrare in partita e giocarsi il tutto per tutto nel corso dell’extra time. Prima del triplice fischio da annotare solamente gli ingressi di Vidal e Sanchez per Lautaro e Calhanoglu; successivamente i nerazzurri prendono il largo anche grazie a un altro episodio che, inevitabilmente, genererà discussioni.

Al 96′ del primo tempo supplementare è ancora De Ligt il “colpevole” per Valeri: scontro in area bianconera tra difensori olandesi che si converte in un nuovo penalty a favore dell’Inter. Galeotta è la sportellata con l’avambraccio ai danni di De Vrij (la cui entità, tuttavia, non è tale da potersi considerare fallosa). Il battitore Calhanoglu è ormai seduto in panchina, così a incaricarsi della battuta sarà Perisic, abile nello spiazzare Perin per il 3-2.

Il croato (MVP assoluto della stagione) si ripete clamorosamente nel giro di appena due minuti firmando la doppietta che vale il 4-2 definitivo: spettacolare il controllo di prima e sinistro al volo di rimbalzo, partito fuori dall’area e terminato all’angolino.

FINE DI UN’ERA- Due minuti di recupero al termine dei secondi tempi supplementari e al fischio finale è festa per l’Inter. Inzaghi chiude un ciclo aperto da Conte e chiuso da Allegri, mentre prosegue la striscia vincente per il club guidato dalla famiglia Zhang.

La vittoria in finale può donare nuova linfa e convinzioni a un gruppo ancora in lotta per lo scudetto, ma che continua a sembrare stanchissimo sotto il piano psicologico e atletico. In mezzo ai gol e i rigori trasformati una delle migliori Juventus della stagione, capace di mettere sotto la squadra Campione d’Italia che ultimamente va spesso in grave difficoltà… aspetti sui quali Inzaghi e società dovranno ancora riflettere a lungo.

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